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Il Governo ha alzato le soglie ai limiti d’inquinamento elettromagnetico

lentepubblica.it • 15 Gennaio 2024

soglie-limiti-inquinamento-elettromagneticoLa nuova legge che alza le soglie ai limiti dell’inquinamento elettromagnetico in Italia ha colto il plauso degli operatori di rete ma, al contempo, ha scatenato accese polemiche e preoccupazioni per la salute pubblica.


Con l’approvazione della Legge annuale per il mercato e la Concorrenza, tra le varie novità, arriva infatti anche l’approvazione di un emendamento a firma Fratelli d’Italia e promosso da Salvo Pogliese che ha fatto e farà sicuramente molto discutere.

Il recente varo di questa disposizione infatti incrementa anche i limiti di inquinamento elettromagnetico in Italia e, come anticipato, ha già suscitato diverse reazioni e sollevato polemiche da parte di diverse istituzioni e organizzazioni.

Il Governo ha alzato le soglie ai limiti d’inquinamento elettromagnetico

In sintesi la normativa, ora legge, prevede un aumento dei limiti di emissione elettromagnetica: prima dell’entrata in vigore di questa normativa, i limiti erano fissati a 6 V/m, ma ora sono stati innalzati a 15 V/m. Questa dicitura corrisponde alla denominazione volt su metro, che rappresenta l’espressione del Sistema internazionale di unità di misura dedicata alla propagazione del campo elettrico.

Il calcolo del Volt per metro, in estrema sintesi, è uguale alla quantità di tensione che attraversa una certa distanza, divisa per la distanza stessa. Ad esempio, se si ha una tensione di 100 V su una distanza di 5 metri, il Volt per metro sarà 20 V/m (100 V / 5 m).

Questa modifica rappresenta pertanto un notevole cambiamento nelle regolamentazioni sull’inquinamento elettromagnetico nel paese. Si avvia così un periodo di 120 giorni durante i quali la Conferenza dei servizi, Regioni e sindaci avranno la possibilità di esprimersi su questa nuova regolamentazione contenuta nel Ddl Concorrenza.

Si apre il dibattito sui possibili danni all’ambiente e alla salute

Se da un lato gli operatori del settore mobile accolgono con favore questa decisione, prospettando benefici significativi per lo sviluppo e la gestione delle reti, dall’altro emergono voci contrarie provenienti da diverse Regioni e Comuni. Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Marche hanno già manifestato opposizione, mentre il Comune di Rimini si dichiara “perplesso per il salto nel buio”.

Il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, critica la legge sostenendo che il Paese sta cancellando una delle normative più cautelative riguardo ai campi elettromagnetici. Secondo Legambiente, ciò avviene con l’obiettivo di potenziare la rete mobile e garantire servizi di connettività di alta qualità, ma a rischio della salute pubblica.

Inoltre l’associazione ambientalista sottolinea che gli operatori TLC, al momento di presentare progetti ad Arpa per il nulla osta radioelettrico, spesso non dichiarano il valore effettivo di emissione, ma solo la potenza massima consentita per evitare il superamento dei limiti vigenti. Questa pratica, secondo Ciafani, rischia di concentrare l’intera capacità trasmissiva nelle mani di pochi operatori, limitando la concorrenza nel settore.

Il parere degli esperti e la disparità di risultati negli studi scientifici

Risulta evidente la divisione di opinioni sulla questione, con numerosi esperti che mettono in guardia sui potenziali effetti avversi non termici legati all’esposizione ai campi elettromagnetici artificiali. Questi includono, secondo diverse ricerche scientifiche indipendenti, tumori, malattie neurodegenerative, deficit di attenzione e memoria, elettrosensibilità, disturbi cardiocircolatori, danni alla fertilità maschile e femminile, danni al DNA, tra gli altri (come riportato, ad esempio, da Bioinitiative Report 2012-2022).

La discussione su questo tema è alimentata anche dalla disparità nei risultati degli studi: quelli condotti da enti indipendenti indicano un danno biologico da irradiazione da elettrosmog nel 70% dei casi, mentre quelli commissionati e finanziati dalle aziende del settore, quindi in conflitto di interesse, presentano solo il 30% di evidenza del danno o comunque una percentuale non irrilevante.

Da notare infine che gli esperti hanno già evidenziato danni significativi a popolazioni di uccelli e api causati dall’esposizione cronica a radiofrequenze, oltre all’induzione di antibiotico-resistenza in alcuni microorganismi coinvolti in infezioni ospedaliere, mettendo in rilievo ulteriori preoccupazioni per la salute pubblica.

 

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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Giorgio Colombetta
Giorgio Colombetta
19 Gennaio 2024 9:45

Oltre all’indicazione di V/m, sarebbe anche utile conoscere le frequenze utilizzate.

Francesco Di Cosmo
Francesco Di Cosmo
28 Marzo 2024 20:24

Le compagnie telefoniche possono fare ciò che vogliono senza possibilità di difenderci